domenica 2 settembre 2012

Resti di un antico esercito sacrificato ritrovati in una torbiera danese

Nel sito archeologico danese di Illerup Ådal, posto all'interno di una torbiera, gli archeologi guidati dal professor Mads Kähler Holst hanno ritrovato i resti di centinaia di guerrieri, uccisi in una battaglia avvenuta circa due millenni fa e sepolti in quello che all'epoca era un lago, un braccio dell'attuale lago di Mossø.

Le indagini avevano avuto origine dal ritrovamento di alcuni resti umani nella zona, ma gli archeologi sono stati sorpresi dall'elevato numero di resti riportato alla luce, sparsi su di una vasta area. L'analisi effettuata su meno di un centinaio di metri quadrati ha riportato alla luce frammenti di ossa riconducibili a circa 240 uomini tra i 13 e i 45 anni, ossa sulle quali sono presenti i segni di traumi da armi come spade e asce. Gli archeologi ritengono che l'intera torbiera, che si estende per 40 acri, contenga i resti di circa 1000 guerrieri.

Gli scheletri trovati non sono completi; alcune ossa mostrano inoltre chiari segni dell'azione di animali, che si cibarono dei resti dei cadaveri. Gli archeologi ritengono per questo motivo che i resti di un esercito sconfitto siano stati lasciati a marcire sul campo di battaglia per diverso tempo, e poi raccolti senza particolare cura e gettati nel lago. L'assenza di ossigeno ha permesso poi la conservazione quasi perfetta dei resti, tanto che alcune ossa conservano ancora il DNA; l'analisi antropologica dovrebbe permettere agli studiosi di ricostruire la dieta e l'aspetto dei guerrieri uccisi.

Il ritrovamento dei resti dell'esercito sconfitto conferma quanto riferito dallo storico romano Publio Cornelio Tacito (55-120) riguardo alle pratiche di guerra dei Teutoni. Narrando della visita di Germanico al luogo della battaglia di Teutoburgo (anno 9), dove i Romani erano stati sconfitti da Arminio, Tacito riporta che i Germani non seppellivano i resti dei nemici caduti, ma li lasciavano a marcire sul campo di battaglia (Annali, I.61):
In mezzo alla pianura biancheggiavano le ossa, sparse o ammucchiate, a seconda della fuga o della resistenza opposta. Accanto, frammenti di armi e carcasse di cavalli e teschi confitti sui tronchi degli alberi. Nei boschi vicini, are barbariche, sulle quali avevano sacrificato i tribuni e i centurioni di grado più elevato.
Il numero ridotto di armi ritrovate insieme ai resti rende difficile l'identificazione dell'esercito sepolto: solo poche punte di freccia, i resti di uno scudo e una rara ascia completa di manico sono emersi dalla torbiera. Ciò nonostante, gli archeologi non escludono che la battaglia in cui trovarono la morte i guerrieri sia stata combattuta lontano dal lago, e che i resti siano stati portati qui solo successivamente: durante l'età del Ferro il lago era infatti un luogo sacro, in cui erano gettate le armi dei nemici sconfitti - circa 15.000 oggetti, in gran parte armi, vi sono stati ritrovati, sebbene soli pochissimi pertinenti all'esercito sconfitto.

Mads Kähler Holst, "Macabre finds in the bog at Alken Enge", EurekAlert!, 14 agosto 2012; Irene Berg Sørensen, "An entire army sacrificed in a bog", ScienceNordic, 22 agosto 2012 <http://sciencenordic.com/entire-army-sacrificed-bog>.

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